ARCHITETTO | INSEGNANTE MEDITAZIONE & YOGA
CREATRICE MANDALA
Margherita raccontaci un po’ di te e delle tue passioni.
Ciao, mi presento, sono Margherita, mamma di due gemelli di 14 anni, Anna e Marco.
Per professione faccio l’Architetto, e per passione e diletto, sono insegnante di yoga e meditazione. Alterno la mia vita tra lo Yang, il mio lavoro d’ufficio e lo Yin, la mia ricarica mentale e spirituale, grazie alla condivisione del mio amore per lo Yoga. “A volte questa situazione mi sta stretta, ma ci sto lavorando su…“
Fin dalla ragazza sono stata immersa da molteplici stimoli olistici. I libri sul tao yoga già circolavano a casa mia all’età di 12 anni, grazie a mia mamma, grande studiosa, che ancor oggi rappresenta una fonte infinita d’ispirazione. Ma in quegli anni la mia ricerca era orientata alla normalità, specialmente nell’età adolescenziale, ricercavo una mamma che preparasse le merende più che fosse intenta in pratiche di digiuno e di meditazione.
Ho sempre amato e praticato la danza classica e contemporanea fino al periodo dell’Università, dove ho conseguito la Laurea in Architettura, l’Abilitazione ed un Dottorato di ricerca in Urbanistica. A seguito di un periodo di profondo cambiamento nella mia esistenza, legato alla nascita dei miei figli, ho dovuto lavorare su me stessa per accettare ciò che non potevo cambiare: la trasformazione del mio corpo e mi sono avvicinata, per caso, allo yoga. È stato amore a prima vista, perché rapidamente ho visto trasformazioni nella mia persona, non solo fisiche, ma soprattutto mentali.
Ho deciso dunque, quasi per gioco, d’intraprendere un percorso di formazione intensiva presso il centro Samadhi di Firenze, certificandomi prima Istruttrice di Yoga Integrale (200h) e poi Insegnante di Yoga e Meditazione con approccio Anukalana (300h).
Ho conseguito inoltre diverse specializzazioni in Yoga per bambini con il metodo Balyayoga (50h), Yin Yoga (50h), Yoga in volo, nonché la qualifica di istruttrice di Thai Chi Chuan. La mia ricerca verso la conoscenza più profonda di me stessa mi ha portato ad approfondire, in una visione olistica, l’antica disciplina del Feng shui, il Theta Healing, il Reiki, le tecniche di rilassamento profondo e le campane tibetane. Insomma sono in continua trasformazione ed evoluzione… consapevole che ogni nuova porta si affaccia sull’Universo.
Cosa ti affascina dello yoga e cosa ti ha portato all’insegnamento?
Lo yoga per me costituisce un lento e progressivo percorso di riscoperta di se stessi attraverso la comprensione della nostra essenza più profonda e sottile.
Ogni aspetto della pratica yogica è difatti orientato alla ricerca di quella indissolubile unificazione armonica (yoga) tra corpo, mente e spirito.
A differenza delle altre discipline, lo yoga si fonda sulla rieducazione all’ascolto del proprio respiro, quale battito vitale che scandisce ogni attimo della nostra esistenza e che ci ricorda, in ogni istante che siamo vivi e presenti.
Si potrebbe affermare che mentre nella danza si segue il ritmo della musica, nella pratica yogica, si danza al ritmo del respiro.
Per cui l’ascolto ed il lavoro profondo di riattivazione del respiro, anche con le tecniche di pranayama, costituiscono uno degli aspetti cardine che caratterizzano la disciplina yogica distinguendola dalle altre attività sportive e ginniche.
Quando ci si riconnette con il proprio respiro ancestrale si entra nella porta della propria anima e si percepisce, con chiarezza, che oltre al corpo fisico ed alla mente siamo caratterizzati da un corpo energetico, di cui il respiro costituisce il soffio vitale.
Inoltre attraverso le antiche pratiche millenaria dello yoga, che fondano le proprie radici nella tradizione tantrica, si abbandonano le tensioni del quotidiano e ci si riconnette con il proprio corpo, si ascoltano le sensazioni fisiche e si intraprende un lento e progressivo processo di cambiamento, che coinvolge tutti gli aspetti della persona.
Ogni lezione di yoga si struttura in una fase iniziale di ascolto del proprio corpo, attraverso l’osservazione del respiro che permette la mobilitazione del diaframma ed il massaggio degli organi interni, una parte più propriamente legata alle ASANA, o posizioni yogiche stabili e confortevoli, che agisce su tutti i sistemi complessi del nostro organismo ed in particolare sul sistema endocrino e linfatico, ed una parte finale caratterizzata dal rilassamento profondo per assorbire e far sedimentare i grandi benefici della pratica yogica anche attraverso il suono delle campane tibetane.
Mi sono avvicinata all’insegnamento dello yoga per gioco, ma ho scoperto praticandolo, che avevo un dono, una incredibile capacità di far parlare, con spontaneità, la propria anima che andava in risonanza con quella dei miei allievi.
“Non smetterò mai di ringraziare me stessa per essermi buttata a capofitto in questa avventura, che mi ha permesso e permette di incontrare, ogni giorno, meravigliose creature, con le quali condivido non solo le mie conoscenze, ma anche una profonda stima ed amicizia.”
Quali sono gli stili di yoga che insegni?
Provenendo dalla danza, amo gli stili di yoga fluidi e morbidi, per cui fin dall’inizio la ricerca dell’approccio più adatto alla mia persona si è orientata verso una pratica che assecondasse la naturalità dei movimenti e che nello stesso tempo si fondasse su una visione integrale ed integrata della pratica yogica (mente, corpo e spirito).
Quando ho conosciuto, per caso, l’approccio Anukalana yoga è stato amore a prima vista.
Anukalana Yoga difatti è un approccio moderno che nasce dalla ricerca personale e pratica di Jacopo Ceccarelli, suo ideatore.
Esso è la riscoperta della modalità più antica ed autentica di praticare lo yoga, che trova le sue fondamenta circa 7000 anni fa nel dono d’amore della pratica yogica, da parte di Shiva verso l’amata Parvati.
Anukalana significa letteralmente “Integrazione” e racchiude in sé tecniche che fanno parte di discipline antiche e moderne.
La base di Anukalana è il Tantra, l’antica cultura dell’India che offre in ogni ambito della vita umana pratiche per lo sviluppo della coscienza individuale mentre buona parte delle pratiche integrate di Anukalana, specialmente con riferimento agli aspetti energetici e sottili, trovano il loro fondamento nel Taoismo e nell’antica pratica cinese del Thai chi.
Una volta sperimentato l’approccio Anukalana è difficile tornare indietro, in quanto è il modo più naturale, fluido e completo di praticare lo Yoga. E Come ci insegna l’antica cultura yogica essendo il corpo e la mente indissolubilmente interconnessi, lavorare sulla morbidezza fisica, si riflette anche sugli aspetti mentali, permettendoci di affrontare le difficolta della quotidianità con il sorriso.
Da qualche anno alterno l’approccio fluido Anulkalana con la pratica rilassante ed introspettiva del yin yoga.
Lo Yin Yoga è un approccio delicato, yin, che va alla ricerca della dolcezza e della gentilezza nei movimenti attraverso un viaggio meditativo all’interno delle asana. Difatti nella pratica yin “non si usa il corpo per entrare nelle posizioni, ma le posizioni per entrare nel corpo”.
La filosofia posta alla base di questa disciplina è “less is best”, per cui si praticano poche posizioni, prevalentemente a terra, mantenute immobili per non meno di 3 minuti ed a conclusione di ascoltano, in una fase di rebound, le sensazioni e messaggi che il corpo manifesta, connessi al rilascio miofasciale ed agli sblocchi energetici.
La cultura taoista ed i principi della medicina tradizionale cinese, sono alla base di questo nuovo approccio alla pratica yogica, con molti molti benefici effetti a livello terapeutico.
Infatti la delicatezza di questa pratica lavora sia a livello corporeo (ricerca dell’ascolto ed accettazione, lavoro entro i propri confini e limiti, adattamento delle posizioni all’unicità del corpo), sia a livello mentale (concentrazione sul respiro e sulla presenza mentale, qui ed ora).
Foto e testi © 2021 Margherita Fellegara
Oltre alla passione dello yoga sappiamo che sei anche un’artista e che ti piace creare i mandala, ci puoi spiegare cosa sono e come li realizzi? Inoltre hanno anche un significato spirituale?
I Mandala sono forme di arte simbolica con proprietà energetiche e vibrazionali. Non costituiscono solo un intreccio di fili geometrici, ma rappresentano porte invisibili che aprono ad un viaggio introspettivo alla riscoperta di noi stessi e della nostra anima.
Nel costruirli infatti si attivano processi mentali profondi e si penetra, in una forma meditativa, nei livelli più sottili della mente.
I Mandala che creo vengono realizzati per mezzo di un intreccio di fili di lana colorata attorno a bastoncini di legno, generalmente due o quattro.
Questa specifica tipologia di costruzione si chiama «Ojos de Dios», Occhio di Dio, e rappresentano un mandala tipico delle popolazioni del sud america. La tradizione vuole che, quando nasce un bambino, il padre inizi la costruzione di un “occhio” e aggiunga un giro di un altro colore, ad ogni anno di età del bambino, fino all’età di cinque anni, imprimendo, tramite la preghiera, un augurio ed una benedizione per il proprio figlio “che la vita sia variopinta come i colori del Mandala”.
Nella tradizione indiana invece i Mandala e gli Yantra possono assolvere anche ad una funzione spirituale, in quanto utilizzati durante le meditazioni, proprio per concentrare la mente su di una immagine statica che funga da sorgente d’ispirazione e che aiuti a concentrarsi su di un punto fisso, bindu (centro).
Foto e testi © 2021 Margherita Fellegara
Oltre al lavoro professionale di architetto e alla tua passione per lo yoga, c’è anche uno stile di vita dedicato all’alimentazione vegetariana…potresti raccontarci le ragioni che ti hanno portato a questa scelta?
Lo yoga è molto di più della semplice attività ginnica… costituisce l’avvio di un processo lento e progressivo di cambiamento della persona che coinvolge molteplici aspetti: fisici, psicologici e spirituali. Tra questi vi è l’alimentazione.
Viene dunque naturale e spontaneo, quando si inizia a praticare yoga, con rigore e metodicità, cambiare le proprie abitudini alimentari ed iniziare un percorso graduale che porta all’eliminazione della carne e del pesce prima e poi anche delle uova e del latte.
Nella cultura yogica, tutto è energia vitale o pranah, compreso il cibo, per cui è fondamentale che la provenienza degli alimenti non arrechi sofferenza e sfruttamento degli animali.
Inoltre è consigliato cucinare con atteggiamento di amore e di devozione, ascoltando kirtan e musiche spirituali, quasi in uno stato meditativo e contemplativo, proprio perché attraverso il mangiare noi nutriamo non solo il nostro corpo, ma anche la nostra mente e la nostra anima.
Copyright Margherita Fellegara © 2022 Tutti i diritti riservati. E’ proibita la riproduzione, anche parziale delle foto e dei testi, in ogni forma o mezzo, senza espresso permesso scritto dell’autore.
Potresti parlarci di qualche ingrediente o piatto speciale che prediligi e anche le ragioni salutistiche collegate?
Devo dire, con sincerità, che la mia specialità, il piatto che riscuote maggior successo, è il tiramisù vegan.
Tutti rimangono deliziati da questa versione alleggerita da uova, latte e mascarpone, la cui ricetta originaria ho appreso a Villa Vrindavana, Firenze, durante i seminari di formazione per diventare insegnante yoga.
Quando preparo questa squisitezza non riporto mai il piatto pieno a casa.
Ed è per me cosa gradita condividere la ricetta e le modalità di preparazione con i miei amici più cari.
Lo propongo in tante versioni, tra cui quella satvica, priva anche del cacao e del caffè, dedicata a Dada Krisnananda, monaco indiano della tradizione tantrica, che adora questa mia ricetta.
Il piatto che invece reputo più salutare, nonché rapido da preparare è il dhal di lenticchie rosse decorticate, che costituisce una valida alternativa alle proteine animali.
E’ una ricetta rapida e molto speziata, della tradizione indiana, che amo accompagnare sempre con un riso basmati alla curcuma, cotto al vapore.
Ci regali una frase, un pensiero sulla gratitudine o sulla mindfulness?
Mi piace regalarvi la frase che conclude ogni mia pratica yogica: il Namaskar o Namastè.
“Con questo termine ci si saluta e ci si riconosce come parte dell’uno, affermando “guardo attraverso gli occhi della mia anima la divinità che è in te… e mi ci riconosco”.
Esso rappresenta il significato più profondo e vero della pratica yogica, che etimologicamente significa unificazione, la riconquista della consapevolezza che ognuno di noi è specchio dell’altro e nello stesso tempo riflesso di qualcosa di più grande.
Per prenotare un Corso di Yoga o una consulenza contattate Margherita sulla sua pagin professionale: