Il distress come fattore di rischio per la salute e il ruolo benefico della mindfulness | Francesca Bruno Dott.ssa in Psicologia

Articolo di Psicologia & Benessere a cura di
FRANCESCA BRUNO
Dott.ssa in Psicologia Clinica e della salute

Introduzione

Il distress psicologico rappresenta una condizione di disagio e malessere che può avere un impatto significativo sulla salute mentale e fisica di un individuo. Questo articolo esplorerà il legame tra il distress e la salute, analizzando le evidenze scientifiche che dimostrano come lo stress cronico e la sofferenza psicologica possano influenzare negativamente il benessere complessivo di una persona, dimostrando la relazione imprescindibile tra salute organica e psichica.

Il rapporto tra distress psicologico e salute mentale è ben documentato nella letteratura scientifica. Lo stress prolungato può contribuire – in concomitanza con una molteplicità di fattori altri – allo sviluppo di disturbi d’ansia, depressione e altri problemi psicologici (Kessler et al., 2008).

Di pari passo, si esporrà il ruolo cruciale della mindfulness, pratica evidence-based che rappresenta una strategia vincente nella gestione dello stress.

L’impatto del distress sulla salute fisica e mentale

Il distress rappresenta un elemento significativo – che si può definire “fattore di rischio” – il quale può impattare negativamente sulla salute complessiva di un individuo. Le prove scientifiche indicano che lo stress cronico e la sofferenza emotiva sono correlati a disturbi mentali, malattie fisiche e alterazioni biologiche.

Il distress può influenzare anche le funzioni cognitive e comportamentali. Ricerche condotte da Lupien et al. (2009) hanno mostrato che livelli elevati di stress possono avere effetti negativi sulla memoria, sull’attenzione e sul processo decisionale.

Oltre agli effetti sulla salute mentale, il distress psicologico può influenzare in modo significativo la salute fisica. Lo stress cronico è stato correlato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Uno studio longitudinale condotto da Rosengren et al. (2004) ha dimostrato una relazione tra lo stress lavorativo e l’incidenza di infarti.

Inoltre, il distress può compromettere il sistema immunitario, rendendo l’individuo più suscettibile a infezioni e malattie. Glaser e Kiecolt-Glaser (2005) hanno condotto ricerche che evidenziano come lo stress cronico possa influenzare la funzione immunitaria, compromettendo la capacità del corpo di difendersi dalle infezioni.

Psiconeuroendocrinoimmunologia: soma e psiche sono un unicum

La psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è un campo interdisciplinare che studia le complesse interazioni tra il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario in risposta allo stress. Questo articolo esplorerà le connessioni tra lo stress, la PNEI e i meccanismi fisiologici coinvolti, evidenziando l’importanza di questa interazione nel determinare la salute e il benessere dell’individuo.

Lo stress è una risposta fisiologica a stimoli esterni o interni che minacciano l’omeostasi dell’organismo. Quando l’organismo è sottoposto a stress, il sistema nervoso attiva una serie di reazioni biochimiche e neurali che coinvolgono il sistema endocrino e immunitario. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il sistema nervoso simpatico (SNS) sono coinvolti nella risposta allo stress.

L’ ipotalamo rilascia corticotropina (CRH), che stimola l’ipofisi a rilasciare l’ormone adrenocorticotropo (ACTH). Quest’ultimo attiva le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, noto come l’ormone dello stress. Il cortisolo agisce su vari tessuti per aumentare la disponibilità di energia e modulare la risposta immunitaria.

La risposta del sistema immunitario allo stress coinvolge la produzione di citochine infiammatorie e l’attivazione delle cellule del sistema immunitario. Tuttavia, lo stress cronico può alterare questa risposta immunitaria, aumentando l’infiammazione cronica e compromettendo la funzione immunitaria.

Come accennato in precedenza, lo stress cronico è stato associato a una serie di disturbi fisici e mentali, tra cui disturbi cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, depressione, ansia e disturbi autoimmuni. La ricerca condotta da Cohen et al. (2007) ha dimostrato che lo stress cronico può influenzare la suscettibilità alle infezioni virali.

Lo stress può avere effetti negativi sulla salute mentale, influenzando la vulnerabilità allo sviluppo di disturbi psichiatrici come la depressione e l’ansia. Uno studio di McEwen et al. (2015) ha evidenziato come lo stress possa causare cambiamenti strutturali nel cervello, influenzando la plasticità neurale e contribuendo ai disturbi dell’umore.

Diversi meccanismi biologici sono coinvolti nella relazione tra distress e salute.

L’aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, può influenzare negativamente vari sistemi del corpo. Lo stress prolungato può portare a un’elevata attivazione del sistema nervoso simpatico e ad una disregolazione del sistema endocrino, con conseguenze dannose per la salute.

Inoltre, lo stress può promuovere processi infiammatori nel corpo. Ricerche condotte da Miller e Raison (2016) hanno evidenziato il legame tra stress cronico, infiammazione e lo sviluppo di condizioni mediche come l’artrite reumatoide e le malattie cardiovascolari.

Il distress può anche influenzare la percezione del dolore. Ricerche condotte da Goodin et al. (2013) hanno suggerito che livelli elevati di stress possono aumentare la percezione del dolore cronico in individui affetti da condizioni come l’artrite.

Strategie di gestione dello stress, come la meditazione, la mindfulness, l’esercizio fisico e le terapie cognitive comportamentali, possono influenzare positivamente la PNEI. La pratica regolare della mindfulness è stata associata a una riduzione dei livelli di cortisolo e a una migliore funzione immunitaria. Uno studio di Rosenkranz et al. (2013) ha dimostrato che la mindfulness può influenzare la risposta infiammatoria.
Inoltre, l’esercizio fisico regolare è stato correlato a una riduzione dello stress e a miglioramenti nella funzione immunitaria. Studi di Walsh et al. (2011) hanno evidenziato gli effetti positivi dell’attività fisica sull’infiammazione e sulla salute generale.

La mindfulness: un fattore protettivo per il benessere generale

La mindfulness, definita come consapevolezza e accettazione non giudicante del momento presente, ha dimostrato di essere efficace nel contrastare il distress e migliorare la salute mentale e fisica. Uno studio di Kabat-Zinn et al. (1992) ha evidenziato i benefici della mindfulness nella riduzione dello stress e nel miglioramento della qualità della vita in pazienti con disturbi psicosomatici.

La pratica della mindfulness è stata associata a una riduzione dei sintomi d’ansia e depressione. Un’analisi condotta da Hofmann et al. (2010) ha concluso che la mindfulness è efficace nel trattamento dei sintomi d’ansia, con effetti duraturi nel tempo.
Inoltre, la mindfulness può influenzare positivamente la salute fisica. Studi condotti da Black et al. (2013) hanno evidenziato come la pratica regolare della mindfulness possa ridurre la pressione sanguigna e migliorare la funzione immunitaria.

Può ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta allo stress, e promuovere l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, inducendo una sensazione di calma e rilassamento.

La mindfulness può influenzare la neuroplasticità (ossia la capacità del cervello di modificarsi in conseguenza all’esposizione sistematica a determinati stimoli), facilitando cambiamenti strutturali nel cervello che favoriscono il benessere mentale. Studi di Hölzel et al. (2011) hanno evidenziato cambiamenti nella struttura cerebrale in individui che praticano la mindfulness in modo regolare.

Conclusioni

Il distress ha dimostrato di avere un impatto significativo sulla salute mentale e fisica, mentre la pratica della mindfulness emerge come una strategia efficace per contrastare il distress e migliorare il benessere complessivo. Le prove scientifiche indicano che la mindfulness può ridurre lo stress, migliorare la salute mentale, influenzare positivamente la salute fisica e promuovere cambiamenti neurobiologici.

Comprendere il ruolo del distress nella salute e l’efficacia della mindfulness come strumento di gestione dello stress e miglioramento della salute è cruciale per promuovere il benessere individuale e la salute pubblica.

Riferimenti bibliografici:
– Kessler RC, Chiu WT, Demler O, Walters EE. Prevalence, severity, and comorbidity of 12-month DSM-IV disorders in the National Comorbidity Survey Replication. Arch Gen Psychiatry. 2005.
– Lupien SJ, McEwen BS, Gunnar MR, Heim C. Effects of stress throughout the lifespan on the brain, behaviour and cognition. Nat Rev Neurosci. 2009.
– Rosengren A, Hawken S, Ôunpuu S, et al. Association of psychosocial risk factors with risk of acute myocardial infarction in 11119 cases and 13648 controls from 52 countries (the INTERHEART study): case-control study. Lancet. 2004.
– Glaser R, Kiecolt-Glaser JK. Stress-induced immune dysfunction: implications for health. Nat Rev Immunol. 2005.
– Miller AH, Raison CL. The role of inflammation in depression: from evolutionary imperative to modern treatment target. Nat Rev Immunol. 2016.
– Cohen S, Janicki-Deverts D, Miller GE. Psychological stress and disease. JAMA. 2007.
– Goodin BR, Quinn NB, Kronfli T, et al. Experimental pain ratings and reactivity of cortisol and soluble tumor necrosis factor-α receptor II following a trial of hypnosis: results of a randomized controlled pilot study. Pain Med. 2013.
– Kabat-Zinn J, Massion AO, Kristeller J, et al. Effectiveness of a meditation-based stress reduction program in the treatment of anxiety disorders. Am J Psychiatry. 1992.
– Hofmann SG, Sawyer AT, Witt AA, et al. The effect of mindfulness-based therapy on anxiety and depression: a meta-analytic review. J Consult Clin Psychol. 2010.
– Black DS, O’Reilly GA, Olmstead R, et al. Mindfulness meditation and improvement in sleep quality and daytime impairment among older adults with sleep disturbances: a randomized clinical trial. JAMA Intern Med. 2015.
– Hölzel BK, Carmody J, Vangel M, et al. Mindfulness practice leads to increases in regional brain gray matter density. Psychiatry Res. 2011.
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